ALA pubblica l'intervento di Confprofessioni alla Camera dei Deputati, relativo al tema della disciplina del lavoro a termine

"Onorevole Presidente, Onorevoli Deputati,

l'audizione odierna ci consente di svolgere alcune riflessioni sulla vigente disciplina del lavoro a termine che costituisce argomento di grande interesse per i professionisti che rappresentiamo. Preliminarmente è necessario osservare che la Risoluzione 7-00156 è stata presentata in un momento storico che potremmo considerare "altra era geologica" rispetto a quello attuale. Le nostre valutazioni non potranno pertanto non tenere conto di questo dato fondamentale.
La pandemia, con le sue ricadute di vastissima portata sulle attività economiche, rende evidente ed urgente un ripensamento coraggioso e deciso di scelte e modelli che si sono consolidati negli ultimi anni: il mercato del lavoro italiano - oggi impaurito e fiaccato - ha bisogno di una scossa e di un'iniezione di fiducia, ma soprattutto di auspicabili certezze con riferimento al quadro normativo.

La disciplina del lavoro a termine nel Decreto Dignità e nelle normative emergenziali.

Il "Decreto Dignità", definito dai suoi promotori come il provvedimento che avrebbe abolito la precarietà, ha portato a risultati contrastanti. Nel mese di novembre 2019, un anno dopo la sua introduzione e ben prima dell'avvento della pandemia, la crescita dei contratti a tempo indeterminato si era arrestata e parallelamente era aumentato il turn over di quelli a termine.
Un bilancio a tinte opache che, con la crisi del Covid-19, è ovviamente destinato peggiorare. Per il momento, le norme del "Decreto Rilancio", più volte prorogate per far fronte all'auspicabile riavvio delle attività, consentono la possibilità di rinnovare o prorogare, fino al 31 marzo 2021, seppure con diverse limitazioni, i contratti a termine in essere in assenza delle motivazioni (causali) introdotte dal Decreto Dignità."

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