Equo Compenso, stop ai bandi a 1 euro

Un emendamento del Governo vieta alle pubbliche amministrazioni il conferimento di incarichi professionali con remunerazioni non proporzionate alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Stella (Confprofessioni), sulla base del documento presentato da ALA - Assoarchitetti, dichiara: Mettiamo la parola fine al malcostume delle amministrazioni locali. Riconosciuto il valore delle professioni.

Milano, 11 gennaio 2019.
Stop ai furbetti dei bandi gratuiti. «Le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi professionali, né affidare opere pubbliche nell'ambito delle quali siano previsti incarichi professionali, il cui compenso pattuito non sia proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto». È quanto prevede un emendamento del Movimento 5 Stelle al Decreto Semplificazione del Governo, in discussione in queste ore al Senato, che vincola le amministrazioni pubbliche al rispetto dell'equo compenso a favore dei liberi professionisti, pena la nullità dei contratti d'opera.

«Il Governo ha accolto la nostra richiesta di una norma più stringente sull'equo compenso già introdotto con la Legge di Bilancio 2018» ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Ci auguriamo che l'emendamento possa essere accolto per mettere la parola fine al malcostume di molte amministrazioni locali, che ha causato pesanti conseguenze non solo ad architetti e ingegneri, ma anche a commercialisti, avvocati e notai costretti a compensi irrisori per prestazioni professionali complesse».

L'emendamento governativo specifica inoltre che il compenso della prestazione professionale deve anche tener conto «dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi», venendo incontro proprio a una delle istanze avanzate da Confprofessioni nel corso dell'audizione parlamentare sul Decreto Semplificazione dello scorso 8 gennaio e da un documento di ALA - Assoarchitetti presentato al tavolo della discussione interna alla Confederazione nell'ottobre 2018.